Oggi, contestualmente all’emanazione del nuovo bando per le Borse-Vacanze, abbiamo ritenuto utile pubblicare qui due testimonianze pervenute da ragazzi che sono stati aiutati lo scorso anno a partecipare ai loro campi estivi:
Ciao, sono una ragazza del clan Imola 2.
Quest’anno la mia comunità ha scelto di fare servizio per vivere un’esperienza che lasciasse il segno.
L’associazione Don Orfeo Giacomelli mi ha dato modo di partecipare alla nostra route a Scampia.
Questa occasione mi ha dato modo di vedere una realtà diversa dalla mia e da quella che mi circonda e passando il tempo con i bambini sono riuscita a cogliere quanto la semplicità sia più importante di tutto, a trovare un luogo nel quale basta poco per dare tanto e soprattutto a vedere quanto quei pochi giorni possano incidere in una persona.
Un semplice sguardo o un abbraccio inaspettato di un bambino che neanche conosci possono lasciarti nel cuore un ricordo che avrai sempre.
Questa esperienza è stata un’insieme di emozioni e occasioni di crescita che non avrei immaginato di poter fare ora e ringrazio perché non avrei mai immaginato che potesse lasciarmi così tanto, a partire da ciò che ho incontrato di nuovo fino alla mia comunità che mi ha accompagnato in questo percorso.
Ringrazio per l’opportunità che mi è stata data e sarei pronta a riviverne altre mille.
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Scrivo per ringraziare dell’aiuto pecuniario ricevuto che mi ha consentito di partecipare al campo estivo di GS.
Questo campo si svolge in montagna tra canti, messe, lodi mattutine, passeggiate, sdc (il “raggio”), testimonianze e tante altre proposte. Chiunque può contribuire ad organizzarlo, inserendosi in gruppi che ne curano alcuni aspetti: c’è il gruppo che si occupa del canto, cioè il coro, quello che organizza i giochi a squadre, quello che organizza le attività. Chiunque può contribuire… Il lavoro è iniziato in Romagna prima del campo ed è continuato su, in montagna, ogni giorno: se si dava all’intera compagnia un appuntamento ad una certa ora, il coro doveva essere nel luogo dell’appuntamento sempre prima per provare, dunque fare parte del coro è stato molto impegnativo ma ne è valsa la pena. Questo impegno mi è servito come aiuto per vivere la vacanza in ogni suo momento e da protagonista.
Tre sono le cose che mi hanno colpito, anzi ridestato in questa vacanza e che senz’altro mi son portato a casa come spunti su cui lavorare e come candele da non far spegnere: in primo luogo io non vedevo, prima del campo, l’ora di andarvi, perché sapevo sarebbe stato l’occasione per rincontrare miei amici di Forlì, Ravenna, Lugo e Faenza con cui mi vedo poche volte ma che mi vogliono veramente bene. Una manifestazione della coscienza di questo amore sta nel fatto che, anche quando ho fatto errori, non mi sono sentito giudicato, ma amato e stimato per quello che sono. In secondo luogo potrei dire che “i cuori c’erano”, c’era gente viva, sbarluccicante e, di sicuro, non “sul divano”, c’era gente “protesa nella corsa per afferrarLo”. C’era gente con cui io condivido qualcosa di grande, la mia “febbre di vita”, il mio desiderio e con cui, in terzo luogo, sono unito in Cristo: come fanno circa trecento ragazzi a stare insieme, per esempio nella serata canti, cantando e ballando anche canzoni che potrebbero essere, anzi, che sono da scuola materna? Come potrebbe essere possibile questo se non si fosse uniti in qualcosa di più grande e profondo di semplici canzonette? Eravamo uniti in Cristo.
Questi sono soltanto alcuni dei tanti tesori trovati al campo e, con le parole, si può soltanto limitare e sminuire il bello ed il buono, la realtà che si è trovata al campo. Sono molto grato non solo di aver avuto la possibilità di meravigliarmi innanzi all’immensità delle montagne, tant’è vero che il mio cuore vibra allo scrosciar delle onde e non alla fissità di bianche cime, ma anche e soprattutto di aver potuto condividere anche quest’anno con questa compagnia quanto raccontato. Grazie davvero.
Davide
Nota di Redazione:
RINGRAZIAMO DI QUESTE TESTIMONIANZE, aggiungendo che il primo testo è giunto corredato da varie foto della vacanza, e chiedendo scusa a Davide perché ci siamo permessi di “accorciare” solo un po’ il suo racconto.